martedì 7 febbraio 2012

uomo vs uomo / 2

Ritorno sull'argomento di ieri...
Gli amici... quante volte gioiscono per te! Certo, sì, sì, quando stai male perché possono dirti parole di conforto... ma quando esterni la tua gioia inspiegabilmente si allontanano... 
Sembra che ci sia un meccanismo contorto e perverso che porta le persone se non proprio a gioire delle disgrazie altrui, a compiacersi di questo... Lo trovo assurdo! Se un amico/amica è felice, lo sono anch'io per lui/lei. E' vero che non ho molti amici ma, a pensarci bene, solo una mi dimostra sinceramente la sua felicità nel sentirmi contenta, quando lo sono.

E sul rispetto?
Persone, amici,  che si permettono di spiattellarti in faccia tutto quello che pensano, credendo di avere questo immenso pregio! Chi di voi non ha mai sentito dire da qualcuno "Io se devo dire qualcosa a qualcuno lo faccio, non mi interessa" oppure "Io se devo dire una cosa te la dico in faccia"... Perfetto. Queste persone sono le stesse che si offendono se tu fai lo stesso con loro... mah, strano o no? E comunque c'è modo e modo di dire le cose, proprio le sfumature espressive con cui si comunica fanno la differenza, si possono esternare tante cose, ma con il giusto equilibrio.

Le relazioni interpersonali sono spesso un gran casino, è difficile essere in perfetta sintonia con un amico, un conoscente, addirittura succede con i propri parenti. Ci si deve necessariamente interfacciare in modi diversi a seconda della persona che si ha di fronte, quando se ne conoscono le caratteristiche. Ad esempio, se ho a che fare con una persona permalosa eviterò di scherzare facendo battute che vanno sul personale, mentre con qualcuno che è ironico e scherza molto su se stesso non avrò problemi.

Non è facile l'interazione umana, a pensarci bene!
Voi che ne pensate?

8 commenti:

  1. confermo quanto scrivi perché sperimentato, dolorosamente, sulla mia pelle. Quando stai male c'è sempre qualcuno che ti dice qualcosa, ma se riemergi, chissà perché, ti trovi solo, come se la felicità non fosse condivisibile.

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  2. Ciao Sabby, prima di tutto grazie per essere passata di qui!
    E poi ecco la prova di quello che sostengo da un bel po'... Mi dispiace che tu abbia provato questa situazione sulla tua pelle, è successo anche a me, con il risultato che cerco di prendere le distanze da queste personcine così "simpatiche". Buona giornata!

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  3. quoto, quoto, quoto!!!!!

    Azzeccato in pieno!

    sono nuova...se vuoi passare sei la benvenuta!

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  4. Grazie Mela! Faccio subito un salto da te! :-)

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  5. oggi ho ricevuto una telefonata che mi ha subito fatto pensare a questo post... quoto ancor di più!

    grazie di essere passata!

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  6. Direi proprio che sono d'accordo e che a quarant'anni suonati non riesco ancora a capire come interagire con gli altri esseri umani, non solo nelle (pochissime) amicizie, ma anche sul lavoro, dove si è diffusa una sorta di "ciao aziendale" che consente di rivolgersi a colleghi e superiori senza il freddo distacco del "lei", il quale però aiutava a mantenere un rispetto diplomatico.
    Oggi parli al capo come fosse tuo fratello, ma il giorno che pronunci involontariamente una parola di troppo a causa della familiarità che si è imposta, automaticamente egli t'in.ula. Prima invece c'era una sorta di avviso gentile che annunciava: "attenzione: potrei in.ularla".
    Nella difficile arte della comprensione altrui vince chi più si mostra in contatto, anche se poi non è detto che il contatto ci sia veramente, ma spesso è solo un modo per averne vantaggio.
    Amore e amicizia = dare senza ricevere. Perchè spesso ricevi nel posto sbagliato.

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  7. Ciao Olindo,grazie per il tuo commento. E' vero, l'ambito aziendale è altrettanto complesso. E' sempre un gran casino!

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