TORINO Un pigolio disperato, più che un miagolio. Insistente e continuo, invisibile. Una richiesta d’aiuto, gridata dai meandri del motore di un’automobile parcheggiata in via Ormea. Per due ore nessuno è riuscito a vederlo, ma tutti lo sentivano bene. Ieri mattina una piccola folla si è accalcata attorno a un’utilitaria blu e al suo «prigioniero» pigolante. Un quartiere si è mobilitato in massa, ha inventato stratagemmi, ha blandito con crocchette, invitato alla libertà con baci schioccati in direzione di un parafango. A decine si sono raccolti trepidanti attorno alla gabbia su ruote, gli altri seguivano il «dramma» affacciati a balconi e finestre. Niente. Il pigolio si interrompe per qualche secondo, per poi riprendere ancora più disperato di prima. Vengono chiamati i vigili urbani, che arrivano subito, ma nulla possono. Si ricomincia a scrutare l’asfalto, nella speranza che il micetto trovi un varco verso l’esterno, qualcuno striscia sotto il motore, cerca di avvicinarsi alla fonte del lamento, chiama ancora e ancora. Alla fine ci pensano i meccanici di una vicina officina, che armati di cric e chiavi alzano e smontano letteralmente l’auto. Senza che il proprietario, tra l’altro, faccia una piega. Anzi. È lui che suggerisce la strategia. La tensione e la speranza si leggono negli sguardi dei bambini, nella premura dei meccanici, nel silenzio che accompagna tutte le operazioni di salvataggio. E quando un ragazzo riesce finalmente ad agguantare la collottola di un micetto di poco più di un mese è festa. L’oggetto di tanti sforzi sono pochi grammi di pelo grigio arruffato, da cui spuntano occhietti azzurri e vigili. «Ormea», così si chiamerà il gattino, viene portato dal veterinario in processione come fosse un santo, seguito dal corteo dei suoi salvatori. Ora, dopo essere stato visitato, pulito e calmato, è ospite in attesa d’adozione al negozio B&B Service di via Cellini 27, all’angolo con via Ormea, in attesa che qualcuno decida di regalargli una casa. |
Contenitore di pensieri, riflessioni, notizie, visti attraverso gli occhi di un animo inquieto
martedì 16 giugno 2009
Ogni tanto ci si unisce per fare del bene!!!
Fonte: www.lastampa.it/lazampa
mercoledì 27 maggio 2009
Bravo Paolo Belli!!!
mercoledì 6 maggio 2009
Finalmente...!
Da: www.lastampa.it/lazampa Il Parlamento europeo ha adottato un regolamento che vieta la vendita di prodotti derivati da foche nell'Ue | |
STRASBURGO A larghissima maggioranza (550 voti favorevoli, 49 contrari e 41 astensioni), il Parlamento europeo ha approvato, a Strasburgo, un regolamento che vieta la vendita nell’Ue di prodotti derivati dalle foche. Saranno ammesse eccezioni solo per gli animali uccisi nel contesto della caccia tradizionale degli esquimesi (inuit) o svolta ai fini della gestione sostenibile delle risorse marine, oppure se i prodotti derivati costituiscono ’souvenir’ di viaggio. Il nuovo regolamento, sul quale c’è già stato un compromesso con il Consiglio Ue che garantisce ora la sua rapida adozione formale ed entrata in vigore, mira a superare con una norma unica europea la frammentazione del mercato causata dalle diverse leggi nazionali, rispondendo allo stesso tempo alle preoccupazioni dei cittadini sul benessere delle foche. Da anni, le immagini cruente delle battute di caccia sulla banchisa in cui i cuccioli di foche vengono massacrati a bastonate, commuovono le opinioni pubbliche e motivano le campagne delle associazioni animaliste e delle Ong ambientaliste. Con le nuove norme verrà vietata su tutto il mercato Ue la commercializzazione di prodotti ottenuti da animali che possono aver provato «dolore, angoscia, paura e altre forme di sofferenza». Il regolamento si applicherà nove mesi e venti giorni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. C'è ancora un bel pò di strada da fare, ma questo mi sembra già un buon inizio...! |
martedì 7 aprile 2009
Angeli a quattro zampe
Chi sono gli Angeli a Quattro Zampe?
I cani che aiutano le forze dell'ordine, i poliziotti, la protezione civile, le guardie costiere, ecc.
Questi fantastici animali con le loro caratteristiche cercano le persone tra le macerie, fiutano droghe, esplosivi, mantengono l'ordine pubblico, salvano bagnanti in difficoltà, insomma, sono dei veri eroi!!!
Tutto per carezze e premi, altro che stipendi da favola! A loro basta l'affetto ed il sapere di essere importanti e non è cosa da poco!
Principalmente sono addestrati cani di razza: Labrador, Pastori Tedeschi, Border Collie, Rottweiler, ma ultimamente sono sempre di più i meticci adottati direttamente dai canili! Sono molto intelligenti e duttili all'apprendimento, perciò adattissimi a ricoprire i ruoli a loro affidati! Bravi!!!!
Un apprezzamento speciale ai cani che stanno collaborando con le forze dell'ordine in Abruzzo, in questo tragico momento. Grazie anche al loro aiuto si sono potute salvare più persone e sono davvero orgogliosa del loro lavoro.
Grazie Angeli!
I cani che aiutano le forze dell'ordine, i poliziotti, la protezione civile, le guardie costiere, ecc.
Questi fantastici animali con le loro caratteristiche cercano le persone tra le macerie, fiutano droghe, esplosivi, mantengono l'ordine pubblico, salvano bagnanti in difficoltà, insomma, sono dei veri eroi!!!
Tutto per carezze e premi, altro che stipendi da favola! A loro basta l'affetto ed il sapere di essere importanti e non è cosa da poco!
Principalmente sono addestrati cani di razza: Labrador, Pastori Tedeschi, Border Collie, Rottweiler, ma ultimamente sono sempre di più i meticci adottati direttamente dai canili! Sono molto intelligenti e duttili all'apprendimento, perciò adattissimi a ricoprire i ruoli a loro affidati! Bravi!!!!
Un apprezzamento speciale ai cani che stanno collaborando con le forze dell'ordine in Abruzzo, in questo tragico momento. Grazie anche al loro aiuto si sono potute salvare più persone e sono davvero orgogliosa del loro lavoro.
Grazie Angeli!
martedì 24 marzo 2009
Guerra agli animalisti (cosa?!?!?!?!?)
Fonte: www.lastampa.it/lazampa
Al Sud volontari aggrediti e auto bruciate: «Nessuno deve nutrire i randagi assassini»
TORINO
Sta succedendo quello che mai avrei creduto possibile qui, in una cittadina civile: siamo in guerra, due volontarie che portavano cibo ai cani sono state aggredite: una ha una ferita alla testa e all’altra hanno sfasciato la macchina».
Angela vive in Puglia, a Barletta, a molti chilometri dalle spiagge dove la settimana scorsa un branco di randagi ha sbranato e ucciso un bambino e ferito gravemente una ragazza. Ma, dopo il dramma di Scicli, la psicosi è esplosa in tutto il Sud. E nel mirino sono finiti non soltanto i cani, ma anche i volontari che da sempre danno loro da mangiare.
«Ormai siamo al delirio - racconta Valentina Raffa, che vive a Modica, dove il sindaco ha firmato un’ordinanza che consente di eliminare i randagi -. Tagliano l’erba per non offrire rifugio e scampo ai cani, l’ordine è di accalappiare o uccidere tutti gli animali, anche quelli già sterilizzati. Orde di cacciatori hanno assaltato le farmacie per comperare veleno. Stanno preparando polpette letali. Noi volontarie siamo poche, ci minacciano tutti i giorni, ma cerchiamo di salvare tutti i cani che riusciamo a raggiungere».
Il diario quotidiano di Valentina raggiunge le caselle di posta elettronica di tutte le associazioni animaliste sembra un bollettino di guerra con le cifre dei «caduti» e dei «salvati», caricati in auto e portati via di corsa attraverso i campi, di nascosto per evitare ritorsioni e minacce.
Il tam-tam arriva sino alle associazioni animaliste di Milano, Bolzano, Torino: si cercano «stalli» cioè soste temporanee per cuccioli e cani adulti, «dateci una mano, se ne adottate uno a testa li salviamo tutti» scrive Domenica. Oggi sette cani partiranno per Milano, «cerchiamo di svuotare le campagne per evitare la strage».
«Ieri sera sono scesa a Marina di Modica con alcuni amici - continua Valentina - all’ entrata c’erano i carabinieri che stazionavano, i cani erano circondati ed avevano una fame pazzesca. Se nessuno li nutre, diventano ancora più pericolosi. Ma i giustizieri vogliono ucciderli e minacciano noi: al buio abbiamo cercato di vedere se ci fosse qualche boccone velenoso in giro. Sono scesa io sola, gli altri hanno avuto paura, i cani erano furiosi, e gli uomini che li braccavano arrabbiati quasi quanto loro».
Ieri Valentina è tornata in strada ha raccolto cinque cuccioli che si erano rifugiati in un cassonetto. «Adesso ci chiama anche il Comune - racconta - anche se non è compito nostro raccogliere i randagi. Il problema è che se adesso il cane del vicino abbaia lo segnalano come pericoloso e lo fanno portare via. Così aumentano gli abbandoni: la gente qui non vuole problemi».
L’emergenza è gestita con i soldi dei volontari e delle donazioni, anche se nella sola Sicilia in tre anni sono arrivati tre milioni di euro per la lotta al randagismo. Dove sono finiti? Se l’è chiesto il sottosegretario alla Salute Francesca Martini facendo in conti in tasca ai sindaci che sono responsabili per legge.
Un’idea i volontari se la sono fatta ma non possono raccontarla, senza contare che mafia e camorra hanno fiutato il business ormai da anni, ogni cane frutta qualche euro al giorno e così i «gestori» dei canili privati sperano che il numero dei randagi aumenti: più cani più soldi, e se mancano animali si «rubano», anche dai giardini privati. «Qui è la normalità, come gli avvelenamenti - spiega Viviana Nastasi di Catania -. A noi hanno ucciso Boldo nell’ambulatorio veterinario del Comune, l’hanno avvelenato, sarebbe stato adottato il giorno dopo. Perché? Non lo sappiamo forse è stata una minaccia a noi volontarie, abbiamo fatto la denuncia ma forse non lo sapremo mai».
Gli "Uomini" mi fanno davvero schifo...
Al Sud volontari aggrediti e auto bruciate: «Nessuno deve nutrire i randagi assassini»
TORINO
Sta succedendo quello che mai avrei creduto possibile qui, in una cittadina civile: siamo in guerra, due volontarie che portavano cibo ai cani sono state aggredite: una ha una ferita alla testa e all’altra hanno sfasciato la macchina».
Angela vive in Puglia, a Barletta, a molti chilometri dalle spiagge dove la settimana scorsa un branco di randagi ha sbranato e ucciso un bambino e ferito gravemente una ragazza. Ma, dopo il dramma di Scicli, la psicosi è esplosa in tutto il Sud. E nel mirino sono finiti non soltanto i cani, ma anche i volontari che da sempre danno loro da mangiare.
«Ormai siamo al delirio - racconta Valentina Raffa, che vive a Modica, dove il sindaco ha firmato un’ordinanza che consente di eliminare i randagi -. Tagliano l’erba per non offrire rifugio e scampo ai cani, l’ordine è di accalappiare o uccidere tutti gli animali, anche quelli già sterilizzati. Orde di cacciatori hanno assaltato le farmacie per comperare veleno. Stanno preparando polpette letali. Noi volontarie siamo poche, ci minacciano tutti i giorni, ma cerchiamo di salvare tutti i cani che riusciamo a raggiungere».
Il diario quotidiano di Valentina raggiunge le caselle di posta elettronica di tutte le associazioni animaliste sembra un bollettino di guerra con le cifre dei «caduti» e dei «salvati», caricati in auto e portati via di corsa attraverso i campi, di nascosto per evitare ritorsioni e minacce.
Il tam-tam arriva sino alle associazioni animaliste di Milano, Bolzano, Torino: si cercano «stalli» cioè soste temporanee per cuccioli e cani adulti, «dateci una mano, se ne adottate uno a testa li salviamo tutti» scrive Domenica. Oggi sette cani partiranno per Milano, «cerchiamo di svuotare le campagne per evitare la strage».
«Ieri sera sono scesa a Marina di Modica con alcuni amici - continua Valentina - all’ entrata c’erano i carabinieri che stazionavano, i cani erano circondati ed avevano una fame pazzesca. Se nessuno li nutre, diventano ancora più pericolosi. Ma i giustizieri vogliono ucciderli e minacciano noi: al buio abbiamo cercato di vedere se ci fosse qualche boccone velenoso in giro. Sono scesa io sola, gli altri hanno avuto paura, i cani erano furiosi, e gli uomini che li braccavano arrabbiati quasi quanto loro».
Ieri Valentina è tornata in strada ha raccolto cinque cuccioli che si erano rifugiati in un cassonetto. «Adesso ci chiama anche il Comune - racconta - anche se non è compito nostro raccogliere i randagi. Il problema è che se adesso il cane del vicino abbaia lo segnalano come pericoloso e lo fanno portare via. Così aumentano gli abbandoni: la gente qui non vuole problemi».
L’emergenza è gestita con i soldi dei volontari e delle donazioni, anche se nella sola Sicilia in tre anni sono arrivati tre milioni di euro per la lotta al randagismo. Dove sono finiti? Se l’è chiesto il sottosegretario alla Salute Francesca Martini facendo in conti in tasca ai sindaci che sono responsabili per legge.
Un’idea i volontari se la sono fatta ma non possono raccontarla, senza contare che mafia e camorra hanno fiutato il business ormai da anni, ogni cane frutta qualche euro al giorno e così i «gestori» dei canili privati sperano che il numero dei randagi aumenti: più cani più soldi, e se mancano animali si «rubano», anche dai giardini privati. «Qui è la normalità, come gli avvelenamenti - spiega Viviana Nastasi di Catania -. A noi hanno ucciso Boldo nell’ambulatorio veterinario del Comune, l’hanno avvelenato, sarebbe stato adottato il giorno dopo. Perché? Non lo sappiamo forse è stata una minaccia a noi volontarie, abbiamo fatto la denuncia ma forse non lo sapremo mai».
Gli "Uomini" mi fanno davvero schifo...
mercoledì 18 marzo 2009
Il "branco" di cani di Scicli.
L'articolo che copio brutalmente, mi sembra un quadretto che non lascia dubbi sul motivo di tanta aggressività da parte dei cani randagi di Scicli. Questi cani sono stati abbandonati, privati del cibo, maltrattati come se fossero meno di spazzatura... il risultato è questo, non posso dar loro torto... noi "uomini" come ci comporteremmo al loro posto? Avete presente il film "Alive"? Sperduti sulle montagne, un "branco di persone" che non potrebbe far altro che mangiare ogni cosa capiti a tiro, compresi i propri simili...
Leggete qui, riporto interamente l'articolo.
Fonte: www.lastampa.it/lazampa
Sono fuggiti dal rifugio dove mangiavano le carcasse dei compagni morti
FABIO ALBANESE
SCICLI (Ragusa)
Feroci. Affamati. Probabilmente impazziti. Sono i cani che Virgilio Giglio teneva nella casa-lager finita sotto sequestro dopo l’arresto del suo proprietario. Cani un tempo normali, meticci domestici buttati in mezzo a una strada, che l’uomo riceveva in affidamento o raccoglieva da solo, nella sua vita da eremita ai margini del paese e della società. Ma anche randagi di seconda generazione, nati liberi e cresciuti selvaggi, diventati branco per sopravvivere e per seguire le leggi della natura, entrati nel canile attraverso i buchi di una recinzione colabrodo, in cerca di cibo e di simili da dominare.
Varcare l’ingresso di «casa» Giglio significa entrare in un abisso d’orrore che forse può spiegare quello che è successo. Ossa accatastate, sporcizia, l’aria impregnata di un odore di morte. I resti appartengono a cani morti di stenti, in gabbie strettissime. E c’è un sospetto terribile: che, morendo, diventassero cibo per gli altri.
Basterebbe questo, dicono gli esperti, per spiegare il livello di aggressività dei branco assassino. La struttura fatiscente, con le recinzioni basse e tutt’altro che sicure, consentiva agli animali di entrare e uscire in qualunque momento.
Eppure, nell’assurda casa-canile di Virgilio Giglio, l’uomo di 62 anni ora in galera per concorso in omicidio colposo, i controlli c’erano stati e la carta bollata circolava. Tutto in regola, anche se i cani andavano e venivano attraverso il recinto colabrodo. Anche se i conti non tornavano: le bestie erano più numerose di quelle catturate dalle guardie comunali, la storia personale del custode non era delle più rassicuranti.
Giglio, a Scicli, lo conoscono tutti. Fino a una decina di anni fa aveva una cartoleria in piazza Italia, che è come dire in pieno centro. Un uomo mite che un giorno decise di piantare tutto e di andarsene a vivere in campagna. Solo con i suoi cani, anche cinquanta alla volta: troppi perché potesse accudirli secondo le regole e i più elementari principi di umanità. E così i cani, pazzi per il lager, sono a poco a poco diventati branco. Già il 2 settembre Giglio era stato denunciato dai carabinieri, dopo che alcuni dei suoi animali avevano aggredito dei turisti sulla spiaggia di Sampieri.
Lui raccontava che quei cani non erano suoi, che nessuno glieli aveva affidati, e che si limitava a dar loro da mangiare, di tanto in tanto. Il sindaco dice che era stata la procura di Modica ad affidare le bestie all’eremita di Scicli, nominandolo «custode giudiziario». Ma il procuratore nega.
L’unica cosa certa, in questo assurdo rimpallo di responsabilità, è che l’amministrazione di Scicli, come quella di Modica, come tante altre in Sicilia, un canile non ce l’ha. Questioni di bilancio, spiegano, e la soluzione adottata è stata quella di pagare una retta a un privato.
C’è anche un documento pesante: appena tre giorni dopo la visita dei vigili, il 5 settembre, gli ispettori mandati dalla Ausl 7 di Ragusa promossero come «idonea» sotto il profilo igienico e sanitario la struttura da cui, sei mesi dopo, sarebbe uscito il branco assassino per fame.
Leggete qui, riporto interamente l'articolo.
Fonte: www.lastampa.it/lazampa
Sono fuggiti dal rifugio dove mangiavano le carcasse dei compagni morti
FABIO ALBANESE
SCICLI (Ragusa)
Feroci. Affamati. Probabilmente impazziti. Sono i cani che Virgilio Giglio teneva nella casa-lager finita sotto sequestro dopo l’arresto del suo proprietario. Cani un tempo normali, meticci domestici buttati in mezzo a una strada, che l’uomo riceveva in affidamento o raccoglieva da solo, nella sua vita da eremita ai margini del paese e della società. Ma anche randagi di seconda generazione, nati liberi e cresciuti selvaggi, diventati branco per sopravvivere e per seguire le leggi della natura, entrati nel canile attraverso i buchi di una recinzione colabrodo, in cerca di cibo e di simili da dominare.
Varcare l’ingresso di «casa» Giglio significa entrare in un abisso d’orrore che forse può spiegare quello che è successo. Ossa accatastate, sporcizia, l’aria impregnata di un odore di morte. I resti appartengono a cani morti di stenti, in gabbie strettissime. E c’è un sospetto terribile: che, morendo, diventassero cibo per gli altri.
Basterebbe questo, dicono gli esperti, per spiegare il livello di aggressività dei branco assassino. La struttura fatiscente, con le recinzioni basse e tutt’altro che sicure, consentiva agli animali di entrare e uscire in qualunque momento.
Eppure, nell’assurda casa-canile di Virgilio Giglio, l’uomo di 62 anni ora in galera per concorso in omicidio colposo, i controlli c’erano stati e la carta bollata circolava. Tutto in regola, anche se i cani andavano e venivano attraverso il recinto colabrodo. Anche se i conti non tornavano: le bestie erano più numerose di quelle catturate dalle guardie comunali, la storia personale del custode non era delle più rassicuranti.
Giglio, a Scicli, lo conoscono tutti. Fino a una decina di anni fa aveva una cartoleria in piazza Italia, che è come dire in pieno centro. Un uomo mite che un giorno decise di piantare tutto e di andarsene a vivere in campagna. Solo con i suoi cani, anche cinquanta alla volta: troppi perché potesse accudirli secondo le regole e i più elementari principi di umanità. E così i cani, pazzi per il lager, sono a poco a poco diventati branco. Già il 2 settembre Giglio era stato denunciato dai carabinieri, dopo che alcuni dei suoi animali avevano aggredito dei turisti sulla spiaggia di Sampieri.
Lui raccontava che quei cani non erano suoi, che nessuno glieli aveva affidati, e che si limitava a dar loro da mangiare, di tanto in tanto. Il sindaco dice che era stata la procura di Modica ad affidare le bestie all’eremita di Scicli, nominandolo «custode giudiziario». Ma il procuratore nega.
L’unica cosa certa, in questo assurdo rimpallo di responsabilità, è che l’amministrazione di Scicli, come quella di Modica, come tante altre in Sicilia, un canile non ce l’ha. Questioni di bilancio, spiegano, e la soluzione adottata è stata quella di pagare una retta a un privato.
C’è anche un documento pesante: appena tre giorni dopo la visita dei vigili, il 5 settembre, gli ispettori mandati dalla Ausl 7 di Ragusa promossero come «idonea» sotto il profilo igienico e sanitario la struttura da cui, sei mesi dopo, sarebbe uscito il branco assassino per fame.
lunedì 16 marzo 2009
Bimbo ucciso da cani randagi nel Ragusano.
Da: www.libero.it
RAGUSA - Era uscito di casa, approfittando della splendida giornata di sole, per fare una passeggiata sulla sua mountain bike verde, a Sampieri, frazione marinara di Scicli, nel Ragusano, quando e' stato circondato, aggredito e azzannato al collo, alla testa e al torace da una ventina di cani randagi. I morsi del branco, disperso dall'arrivo dei carabinieri, non hanno lasciato scampo a Giuseppe, dieci anni, che e' morto nell'ospedale Maggiore di Modica per le ferite riportate.
L'articolo è molto più lungo, si parla di altre persone aggredite ed un altro bimbo grave, ma non in pericolo di vita, ricoverato in un ospedale della zona.
Come dice l'articolo "verosimilmente" i cani saranno abbattuti... Ma perchè?!
Hanno denunciato l'uomo che avrebbe dovuto assicurarsi che i cani non recassero problemi alle persone, l'hanno accusato di omicidio colposo, di maldetenzione dei cani... la colpa è sua. I cani sono animali, dimostrano con i gesti, talvolta estremi, i loro disagi. Non sono dotati di parola, lo fossero esprimerebbero, come potremmo fare noi, tutti i problemi... Sarebbe più giusto trovare loro una collocazione, ma noi uomini onnipotenti abbiamo potere decisionale per quelle povere bestiole che si trovano in una condizione così disperata da assalire chiunque gli capiti a tiro...
E' come se noi eliminassimo tutte le persone che uccidono per raptus, o che hanno problemi mentali tali da provocare violenza...
Non ho più parole, smetto di scrivere per adesso...
RAGUSA - Era uscito di casa, approfittando della splendida giornata di sole, per fare una passeggiata sulla sua mountain bike verde, a Sampieri, frazione marinara di Scicli, nel Ragusano, quando e' stato circondato, aggredito e azzannato al collo, alla testa e al torace da una ventina di cani randagi. I morsi del branco, disperso dall'arrivo dei carabinieri, non hanno lasciato scampo a Giuseppe, dieci anni, che e' morto nell'ospedale Maggiore di Modica per le ferite riportate.
L'articolo è molto più lungo, si parla di altre persone aggredite ed un altro bimbo grave, ma non in pericolo di vita, ricoverato in un ospedale della zona.
Come dice l'articolo "verosimilmente" i cani saranno abbattuti... Ma perchè?!
Hanno denunciato l'uomo che avrebbe dovuto assicurarsi che i cani non recassero problemi alle persone, l'hanno accusato di omicidio colposo, di maldetenzione dei cani... la colpa è sua. I cani sono animali, dimostrano con i gesti, talvolta estremi, i loro disagi. Non sono dotati di parola, lo fossero esprimerebbero, come potremmo fare noi, tutti i problemi... Sarebbe più giusto trovare loro una collocazione, ma noi uomini onnipotenti abbiamo potere decisionale per quelle povere bestiole che si trovano in una condizione così disperata da assalire chiunque gli capiti a tiro...
E' come se noi eliminassimo tutte le persone che uccidono per raptus, o che hanno problemi mentali tali da provocare violenza...
Non ho più parole, smetto di scrivere per adesso...
giovedì 12 febbraio 2009
lunedì 26 gennaio 2009
Non solo brutte notizie...
Si leggono solo notizie negative, i poveri animali non sono tutelati a dovere, l'uomo non merita di essere considerato tale e via dicendo...
Non ho più scritto nulla in questo periodo, la tristezza ha preso il sopravvento e mi ha particolarmente bloccata, per gli animali , ma non solo...
In ogni caso torno con una notizia gioiosa e leggera, sempre del mondo animale, quello che preferisco, sinceramente...
Fonte: www.lastampa.it/lazampa
Eola si gode la pensione...!
Ha lavorato alacremente per anni e ora si godrà una meritata pensione. Non si tratta, però, di una persona, ma di Eola, cane antidroga della Guardia di Finanza di Firenze, che pochi giorni fa ha effettuato l’ultimo sequestro di droga della sua onorata carriera: 40 grammi di hashish. Sequestro che ha consentito ai militari del gruppo di Firenze, di denunciare all’autorità giudiziaria per il reato di traffico illecito di sostanze stupefacenti, un cittadino fiorentino in arrivo all’aeroporto di Peretola.
Lo splendido pastore tedesco delle Fiamme Gialle fiorentine, che ha compiuto il dodicesimo anno di età lo scorso 19 novembre, è stato «congedato» per godere della meritata «pensione». Nata nel 1996 presso il centro allevamento ed addestramento cani della Guardia di Finanza di Castiglione del Lago, Eola si è specializzata come cane antidroga presso il centro addestramento di Intimiano e dal 1998 è in servizio operativo presso l’aeroporto «A.Vespucci» di Firenze.
Nei 12 anni di servizio prestato nella Gdf, Eola ha consentito di rintracciare e sequestrare oltre 100 kg di droga fra hashish, marijuana, cocaina, eroina, kath ed extasy nei confronti di 800 soggetti, di cui oltre 100 sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria e i restanti segnalati alla Prefettura per i relativi rilievi amministrativi. Il conduttore di Eola, l’Appuntato Scelto Rudolf Russo, continuerà ad occuparsi personalmente del suo fedelissimo cane anche dopo la pensione, in riconoscimento dei numerosi anni di servizio trascorsi insieme. Anche se sarà difficile sostituire un cane antidroga con un simile curriculum, le Fiamme Gialle fiorentine sono già impegnate nell’addestramento del nuovo cane antidroga che subentrerà ad Eola.
E brava!!!!
Non ho più scritto nulla in questo periodo, la tristezza ha preso il sopravvento e mi ha particolarmente bloccata, per gli animali , ma non solo...
In ogni caso torno con una notizia gioiosa e leggera, sempre del mondo animale, quello che preferisco, sinceramente...
Fonte: www.lastampa.it/lazampa
Eola si gode la pensione...!
Ha lavorato alacremente per anni e ora si godrà una meritata pensione. Non si tratta, però, di una persona, ma di Eola, cane antidroga della Guardia di Finanza di Firenze, che pochi giorni fa ha effettuato l’ultimo sequestro di droga della sua onorata carriera: 40 grammi di hashish. Sequestro che ha consentito ai militari del gruppo di Firenze, di denunciare all’autorità giudiziaria per il reato di traffico illecito di sostanze stupefacenti, un cittadino fiorentino in arrivo all’aeroporto di Peretola.
Lo splendido pastore tedesco delle Fiamme Gialle fiorentine, che ha compiuto il dodicesimo anno di età lo scorso 19 novembre, è stato «congedato» per godere della meritata «pensione». Nata nel 1996 presso il centro allevamento ed addestramento cani della Guardia di Finanza di Castiglione del Lago, Eola si è specializzata come cane antidroga presso il centro addestramento di Intimiano e dal 1998 è in servizio operativo presso l’aeroporto «A.Vespucci» di Firenze.
Nei 12 anni di servizio prestato nella Gdf, Eola ha consentito di rintracciare e sequestrare oltre 100 kg di droga fra hashish, marijuana, cocaina, eroina, kath ed extasy nei confronti di 800 soggetti, di cui oltre 100 sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria e i restanti segnalati alla Prefettura per i relativi rilievi amministrativi. Il conduttore di Eola, l’Appuntato Scelto Rudolf Russo, continuerà ad occuparsi personalmente del suo fedelissimo cane anche dopo la pensione, in riconoscimento dei numerosi anni di servizio trascorsi insieme. Anche se sarà difficile sostituire un cane antidroga con un simile curriculum, le Fiamme Gialle fiorentine sono già impegnate nell’addestramento del nuovo cane antidroga che subentrerà ad Eola.
E brava!!!!
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